Antonio

Volontario della comunità Gilardi di Vallecrosia

Persone

“Mi fanno sentire un po’ come a casa. Tra i ragazzi e gli operatori sento la simpatia e l’educazione.”

Cosa vuol dire fare il volontario dai Somaschi?

Per me fare il volontario vuol dire mettere a disposizione di altri quello che so fare, cercando di trasmettere oltre al mestiere anche la passione nel farlo, con simpatia e leggerezza e soprattutto con la mia presenza.

Perché secondo te è importante fare le cose insieme ai ragazzi?

Vorrei riuscire a trasmettergli un po’ di calore famigliare, un po’ di papà. Perché so che le loro famiglie sono lontane e mi piace pensare che quando sono in cucina con me, non pensano alle cose negative e tristi, ma si divertono e svagano un po’. Poi perché sono giovani, il futuro, la speranza e cercare di trasmette loro conoscenze che magari possano tornare loro utili nel futuro.

Ti diverti?

Si mi diverto perché è il mio mestiere, che ho sempre amato e mi piace fare divertire anche i ragazzi scherzando e ballando con loro in cucina.

Raccontaci un po’ di te?

Sono un cuoco positivo! Sono nato in Campania in provincia di Caserta nel giugno del 1957. Ho fatto la scuola alberghiera e nel 1981 mi sono trasferito in Liguria dove ho conosciuto quella che sarebbe stata mia moglie, Santina. Ci siamo sposati nel 1984 e dal nostro matrimonio sono nati due splendidi figli Raimondo e Mariarosa. Ho sempre lavorato tra Ventimiglia e Sanremo e gli ultimi 10 anni a Montecarlo. Poi nel 2017 in seguito ad un operazione al cuore mi sono dovuto fermare e ora cucino per passione a casa e in comunità Gilardi come volontario assieme ai ragazzi Nel 2019 la mia dolce metà è venuta a mancare e  il mio bene oltre alla famiglia vorrei darlo anche ai ragazzi che più ne hanno bisogno. Mi piace camminare per cercare i funghi, leggere riviste sportive e guardare ogni tipo di sport.

Come ti trovi qui da noi?

Mi trovo molto bene, anche se vengo una volta a settimana mi fanno sentire un po’ come a casa. Tra i ragazzi e gli operatori sento la simpatia e l’educazione. Quando poi, ai ragazzi che mi aiutano in cucina, fanno i complimenti, sono molto contento e felice per loro.