Il CNCA ha realizzato il documento “Analisi e considerazioni in merito all’Intesa Stato Regioni relativa a Centri Antiviolenza e Case Rifugio”. Il testo presenta un’analisi dettagliata delle criticità dell’articolato.
Per il CNCA “l’approvazione dell’Intesa Stato Regioni relativa ai requisiti minimi per i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio, la cui sottoscrizione e pubblicazione è del 14 settembre 2022, solleva significative preoccupazioni in merito alla tenuta ed alla garanzia di continuità dell’assetto delle risposte in essere a contrasto della violenza maschile sulle donne.” Vi è il “rischio oggettivo che gli Enti, che da almeno 10 anni lavorano nella prevenzione e nel contrasto al maltrattamento, secondo i requisiti richiesti dall’Intesa Stato Regioni del novembre 2014, possano essere di fatto esclusi dalla possibilità di gestire CAV e/o gestire Case Rifugio per l’assenza anche di un solo requisito, mettendo a rischio l’intera filiera degli interventi a favore delle vittime di violenza e loro figli/figlie. In parallelo molti degli Enti già iscritti agli albi regionali – soprattutto per le ONLUS e le realtà a carattere sovraregionale e che operano in più settori di intervento – saranno di fatto impossibilitati ad adeguarsi a requisiti richiesti, in particolare per il comma relativo l’esclusività e la prevalenza anche sugli indici di bilancio.”
Da un’indagine interna alle realtà aderenti al CNCA che gestiscono CAV e Case Rifugio, si evince che solo nel 2024 sono state contattate 4.178 donne presso i CAV e sono state accolte in Casa Rifugio 514 donne e 512 figli/e.